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Natale a tavola con i bambini

Arrivano i consigli delle Feste per imparare le regole della corretta alimentazione per prepararsi ad un Natale a tavola con i bambini.

I pediatri: “L’Italia purtroppo fa ancora i conti con un tasso di obesità infantile decisamente troppo elevato. A preoccupare anche i disturbi dell’alimentazione”.

Porzioni, queste sconosciute. È quanto emerso da un sondaggio Nestlé svolto su un campione di quasi 300 adulti: soltanto il 61% tende a differenziarle in base all’età, mentre il 31% afferma che un bambino deve mangiare come un adulto per crescere bene e il 28% dice di preparare sempre porzioni uguali per se stessi e per i figli. A fronte di questa confusione sul tema, il 69% riconosce che la dimensione del piatto può dare una percezione distorta della quantità. Eppure il 42% di genitori affermano che spesso è il proprio figlio a chiedere una porzione minore di cibo.

Il presidente della Società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps), Giuseppe Di Mauro, spiega che l’Italia purtroppo fa ancora i conti con un tasso di obesità infantile decisamente troppo elevato: 21% per i maschi e 14% per le femmine. In questo contesto la prevenzione è fondamentale, perché un bambino obeso sarà molto probabilmente un adulto obeso. «Tutelarlo, significa salvaguardare la salute pubblica», chiosa Di Mauro.

Per trascorrere le vacanze di Natale a tavola con i bambini all’insegna della corretta alimentazione, la Sipps ha stilato un piccolo decalogo pratico:

  1. le porzioni devono essere rapportate all’età del bambino e non tarate su quelle dell’adulto;
  2. evitare i bis: nel caso di un bambino molto vorace, preparare un piatto meno abbondante in modo da ripartire in due volte il giusto quantitativo di cibo;
  3. evitare di tenere accesa la televisione (nel caso di bambini più grandi, questo vale anche per smartphone e altri dispositivi) durante i pasti, che devono essere un momento conviviale;
  4. ricordare che i profumi contribuiscono al senso di sazietà: è dimostrato che se ci si siede a tavola solo per mangiare si tende a consumare quantità maggiori di cibo, rispetto a una situazione in cui prima del pasto si ha modo di apprezzare i vari odori nel corso della preparazione in cucina;
  5. mantenere un ritmo regolare dei pasti, cercando di osservare gli stessi orari e, nel caso in cui il bambino si dovesse alzare più tardi del solito, predisponendo una prima colazione più leggera se in stretta prossimità del pranzo;
  6. mantenere un regime dietetico variato;
  7. non dimenticare mai frutta e verdura e, tra un pasto e l’altro, un regolare apporto di acqua;
  8. prestare attenzione ai menu più energetici, cercando di compensarli alleggerendo il pasto successivo, ricordando che è preferibile aumentare le calorie a pranzo piuttosto che a cena, magari prevedendo una passeggiata nel pomeriggio;
  9. leggere sempre con attenzione le etichette, sia nella scelta degli alimenti sia nel controllo di provenienza e data di scadenza;
  10. una sana alimentazione non può prescindere da uno stile di vita sano: un ritmo sonno/veglia il più possibile regolare e una dose di movimento quotidiano, necessario a evitare la sedentarietà (a cui molti bambini si abituano facilmente) sono il complemento indispensabile di una dieta equilibrata sia nelle porzioni, sia nella qualità e varietà.

Il professor Andrea Vania, già professore aggregato di pediatria, Sapienza Università di Roma, aggiunge che: «Il Covid-19, o per meglio dire le restrizioni ad esso connesse, ci hanno obbligato a lungo a un lockdown che ha avuto effetti deleteri anche dal punto di vista alimentare in tutte le fasce di età. Il lockdown, infatti, ha avuto il merito di farci riscoprire la gradevolezza di preparare pasti in casa, di condividere le preparazioni degli stessi, di mangiare insieme.

La contropartita a ciò è stato il minor, anzi spesso assente, controllo sul quanto si mangiava. Senza considerare che, sempre a causa del lockdown, l’attività fisica nella maggior parte dei casi si è ridotta drasticamente o del tutto annullata. Il risultato è stato che bambini e ragazzi, ma anche adulti, di peso normale hanno iniziato ad ingrassare, mentre chi già aveva un problema di peso lo ha il più delle volte peggiorato».

Ma il lockdown ha fatto anche emergere un altro fenomeno preoccupante, tipico dell’adolescenza: la comparsa o la slatentizzazione di un disturbo di condotta alimentare. «Si tratta di una situazione di emergenza non di poco conto», commenta Vania, «dal momento che tutti i centri di psicologia, psichiatria, neuro psichiatria infantile sono a tutt’oggi stracarichi di nuovi pazienti adolescenti o perfino preadolescenti affetti da questi disturbi; più facilmente una anoressia mentale, ma in taluni casi anche il fenomeno per certi versi opposto, ovvero la bulimia».

Secondo l’esperto, infine, sarebbe toccato proprio ai pediatri prevedere, prevenire, o eventualmente intervenire precocemente su tali situazioni, ma le regole di distanziamento sociale hanno comportato la difficoltà per i pediatri di seguire le loro usuali routine di visite di controllo, di bilanci di salute, perfino a volte di vaccinazioni. Dal canto loro, poi, le famiglie erano e sono totalmente impreparate alla comparsa di un tale disturbo, col risultato che questi giovani giungono spesso nei centri di cura quando la situazione di disagio si è già trasformata in un disturbo psichico vero e proprio.

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